Dragona, vicino a tutti i principali servizi, in contesto tranquillo e riservato, precisamente in via Giacomo da Breno, proponiamo in vendita un grazioso bilocale in ottime condizioni interne. L'appartamento è composto da soggiorno con cucina a vista, disimpegno, sgabuzzino, bagno con doccia, camera matrimoniale e giardino privato pavimentato. Termoautonomo, infissi in legno con doppi vetri, portoncino blindato, climatizzatore/pompa di calore. Mutuabile, richiesta €125.000,00. Si preferisce contatto telefonico al 3497416730 oppure al 3392425656. Dragona è una frazione di Roma Capitale situata in zona z. XXXII Acilia Nord, nel territorio del Municipio Roma X. Sorge sul lato nord del viale dei Romagnoli, adiacente alla via Ostiense, a ovest della frazione di Dragoncello. Il sito di Dragone, secondo Piero Labbadia[2], è il luogo in cui è avvenuto lo sbarco di Enea, sulla base del racconto virgiliano e dell'interpretazione della cartografia di Luigi Canina (1845), che indica sulle alture di Dragone il toponimo "Troja". La zona fu sede, probabilmente, nell'alto medioevo della Curtis Draconis di papa Gregorio IV (828-844), così chiamata per la presenza di grossi rettili colubridi, detti "draconi" dai locali. Nella Curtis Draconis papa Gregorio IV costruì per sé una splendida villa di campagna "circondata di portici", che si "distendeva attraverso saloni e solarii" (Liber Pontificalis). Siamo dunque in presenza, secondo Piero Labbadia[2], di quella che rappresenta a tutt'oggi la prima villa papale della storia, costruita a scopo di villeggiatura e degna di accogliere i vescovi di Roma. La tenuta di Dragone nel Catasto Alessandrino. Mappa redatta da Bernardino Calamo e Mario Gentile nel 1635 per una controversia sui confini. Dragone deve essere stato il nome comune di tutto il tratto dell'Agro romano, comprendente l'ansa del Tevere, a partire dal Fosso di Malafede al territorio di Ostia, il cui stagno - detto "di Ponente" - e le confinanti saline rappresentavano con il loro margine settentrionale l'antica linea di costa risalente al XIV secolo a.C.[3] Stagno e saline furono oggetto di ingenti lavori di bonifica ad opera di coloni ravennati che ne completarono il prosciugamento tra il 1884 ed il 1891[4]. Tuttavia nei decenni successivi la bonifica proseguì con le necessarie opere di manutenzione, di appoderamento e di miglioramento fondiario effettuate nella prima metà del XX secolo con la concessione di numerosi mutui[5]. Durante i secoli xi, XII e xiii, assunse il nome di Fundus Draconis, altrimenti Mons Draconis, che nel 1074 venne donato per la metà da papa Gregorio vii[6] alla Abbazia di San Paolo fuori le mura la quale diede il nome al Monte o Monti detti di san Paolo. L'abbazia continuò a possedere il fondo che poi prenderà il nome di Dragoncello di San Paolo con una estensione di 369 rubbi, pari a circa 682 ettari[7]. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Caratteristiche