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Ponte di Nona, conosciuta anche come Nuova Ponte di Nona, è un'area urbana di Roma Capitale, situata in zona z. X Lunghezza, nel territorio del Municipio Roma VI.
Sorge a ridosso dell'autostrada A24, immediatamente al di fuori del Grande Raccordo Anulare, sulla via del Ponte di Nona, tra via Prenestina e via Collatina.
Il territorio prende il nome dal piccolo casale con una estensione di quasi 70 ettari, che comprendeva un antico ponte romano del II secolo a.C. Costruito in Lapis gabinus, composto di 7 archi e lungo 320 piedi pari a circa 90 metri, distante nove miglia dalla porta Esquilina lungo la via Prenestina, appartenuto al monastero femminile di Campomarzio, noto anche con il nome di Loretum che venne concesso nel 1074 all'abbazia di San Paolo fuori le mura. Confinava con le tenute Benzoni, Pantano e Salone[1].
Dove prima c'era solo via Ponte di Nona, stretta stradina di collegamento tra la via Prenestina e la via Collatina, ora è cresciuto un complesso abitativo che conta, al dicembre 2007, circa 20.000 abitanti (previsti 40.000/50.000 al completamento dei lavori).
Nuova Ponte di Nona è uno tra i primi quartieri ad essere stati progettati a partire da zero, secondo una nuova tipologia di convenzione tra l'ente locale e i costruttori, stipulata nel 1995, ed entrata nel vivo a partire dal 2002.
Gli edifici sono stati costruiti da un gruppo di società edilizie consorziate, che hanno acquistato gli appezzamenti di terreno, adibiti ad uso agricolo fino all'inizio degli anni novanta, quindi hanno suddiviso l'area in gruppi di costruzioni. Ogni gruppo è caratteristico per lo stile e l'architettura degli edifici.
Il 31 marzo 2007 è stato inaugurato uno tra i più grandi centri commerciali retail d'Europa, denominato "Roma Est". Durante i lavori di edificazione sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici che testimoniano la presenza di ville di epoca romana. Nelle vicinanze erano inoltre ubicati un santuario e un centro abitato di età romana.
Il 10 dicembre 2016 viene inaugurata la grande chiesa del quartiere intitolata a Madre Teresa di Calcutta[2][3] e disegnata dall'architetto Marco Petreschi[4]. La chiesa è destinata, per volere di Papa Francesco, a diventare memoria architettonica dell'Anno Santo 2016, simbolo del Giubileo Straordinario della Misericordia. La chiesa è:
Dedicata a Dio, onnipotente e buono, in onore di Santa Teresa di Calcutta, come frutto dell’Anno Santo Straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco.