Tenere conto della gioia matematica degli spazi aiuta spesso a capire dal profondo le dimore storiche, soprattutto perché la semplicità delle forme architettoniche è un moto continuo che attraversa epoche diverse senza mai perdere la capacità di esprimere il linguaggio della bellezza. Sono principi senza tempo quelli che guidano il fascino di questa villa nobiliare situata nel centro storico di Ugento, lungo il declivio che dalla piazza principale lascia scorgere il paesaggio circostante. Solidità della pietra, eleganza e dignità storica convergono in una nuova sintesi narrativa, scandendo i tempi di un recupero che rivela tantissimo della sfera personale dei proprietari, capaci di coniugare atmosfere di straordinaria identità volumetrica ad una creatività a tratti monumentale.
Emozionanti le due facciate della villa, la prima proiettata su via Ripamonti, dominata dalla semplicità serafica delle linee, la seconda su via Barco, caratterizzata da un’imponenza materica che sovrasta lo spazio antistante, facendo risaltare la forza evocativa della balconata. Varcata la soglia di ingresso dal versante nord-ovest si coglie all’instante la straordinaria armonia degli spazi, con volumi che si aprono e si organizzano con raffinata eleganza intorno alla sala principale, con una essenzialità che esalta la bellezza eterna delle volte bianche e la grazia dorata delle cementine dal motivo gigliato. Sublime l’effetto della luce proiettata dalle vetrate che aprono sull’ampia balconata, mentre - sulla destra - la zona giorno si arricchisce delle geometrie generose della cucina, con nicchie che affondano nelle mura senza mai smarrire il senso di un equilibrio giocato sui colori tenui e sulla pienezza alare degli archi a tutto sesto.
Le due stanze da letto del piano, disimpegnate alla perfezione rispetto alla zona giorno, sono una vera e propria meraviglia per gli occhi, con una composizione alchemica di elementi in grado di custodire alla perfezione la purezza evocativa dei volumi, con un linguaggio sensoriale arricchito da mobili di gran pregio e lampadari che rovesciano le forme diventandone quasi la proiezione grafica. Alla comodità di poter disporre di ben tre bagni al piano terra, si aggiunge la praticità di un ampio vano dispensa in prossimità della sala da pranzo, mentre - sul versante opposto - un vestibolo irrorato di luce libera una scalinata di eleganza monastica, dove l’elemento materico della pietra si lascia plasmare dalla luce secondo una inclinazione di sicuro effetto scenico. La sala che prende forma sotto i nostri occhi, una volta giunti al piano, amplia all’ennesima potenza la fascinazione grammaticale dell’antico, avendo trasformato le volumetrie dell’originario frantoio in uno spazio intimamente connesso con la parte viva della casa. Una vetrata, in posizione mediana, vale a instaurare un dialogo emozionante tra interno ed esterno, aprendo la vista sul meraviglioso patio in pietra e sul viale colonnato che attraversa il giardino, come fosse un tappeto fiorito disteso sul tempo, da cui godere la bellezza del cielo azzurro che corteggia la memoria nelle sue altezze come nelle sue profondità. Non resta che recuperare il ritmo dei propri passi e raggiungere la vetta della dimora, dove la vista è un emozionante volo planare sulle meraviglie del centro storico e sul paesaggio che declina dolcemente verso il mare.