Nel gioco sapiente dei volumi, che si raggruppano sotto la luce del giorno, si inscrive la magia dei vicoli senza tempo che animano il centro storico di Ortelle. Case antiche cullano ricordi come fossero lampare, adagiate sul mare misterioso della sera, e quella che riemerge dalle profondità del passato è una dimora che incarna l'essenza stessa della storia e dell'incanto di questa terra meridiana. Non si tratta di una semplice suggestione della mente o di una proiezione poetica della nostalgia, perché la facciata che incontriamo in via Francesco Crispi, all’altezza del civico 16, esplica, nella sua semplicità, il costante lavorio delle radici, la bellezza pacata degli archetipi, la gioia levigata della nuda pietra.
La sensazione di trovarsi in un luogo speciale si fa ancora più potente una volta varcata la soglia di ingresso, perché oltre la porta lignea, sormontata da un elegante chiave di volta, si libera una profondità di campo, straordinaria quanto inattesa. Una sequenza di quattro volte, di variegata forma, delinea uno spazio unico proiettato verso il giardino e quello che rende ancora più intrigante questo spazio solenne è la luce abbondante, che proviene dalla lunetta centrale, mentre sullo sfondo lo sguardo è calamitato dalla fulgida presenza di una finestra, che imprime eleganza absidale all’ultima delle volte stellate, in prossimità dell’uscita.
Lo svolgimento metrico degli spazi, il fuoriuscire delle colonne lungo una traiettoria obliqua, il gioco stesso delle altezze, accentuato dalle dinamiche di una ristrutturazione appena accennata, richiamano alla mente il garbo monumentale della navata di una chiesa, con il focolare centrale che affonda nelle mura con la stessa austerità di un altare e, quasi dirimpetto, una nicchia incastonata nel tempo, a celare con maestria la capienza generosa della cisterna originaria.
Proprio la versatilità di questo nucleo abitativo lascia ampio spazio alla capacità di immaginare la distribuzione degli ambienti domestici. Tra le tante soluzioni possibili, chi vi scrive trova particolarmente interessante la possibilità di ricavare una corte interna, eliminando il solaio piano posto a intervallo tra la prima volta stellata e le ultime due. Avremmo in questo modo un meraviglioso effetto scenico, con un ingresso voltato che apre su una corte, accompagnata da una scala in pietra, che permetterebbe tra le altre cose di recuperare e valorizzare il vano collocato al piano superiore, con il fortunato preludio di un terrazzino a livello, da cui godere la bellezza colorata del centro storico e le mille sfumature stagionali del cielo.
Seguirebbero a questo punto gli altri due ambienti voltati a stella, il cui accesso dalla corte potrebbe essere connotato da un’ampia vetrata a tutto sesto, con possibilità di sfruttare al meglio la statura e la proiezione sul giardino retrostante. Una metratura edificabile residua, sul versante meridionale, consentirebbe di aggiungere un comodo bagno finestrato sulla destra, mentre sulla sinistra resterebbe intatta la porta che apre sul meraviglioso spazio esterno. Questo rifugio naturale, accompagnato dal profumo intenso dei limoni e dall’azzurro del cielo, completa il miracolo di una casa di altri tempi, linfa pregiata di un incantesimo di rilassatezza e pace, viaggio straordinario tre le meraviglie di una gioia semplice e materna.