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Fonte informazioni it.Wikipedia.Org/wiki/molfetta#economia
Molfetta (pronuncia Molfétta[4]; Melfétte in dialetto molfettese) è un comune italiano di 57 887 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. La città sorge 25 km a nord-ovest di Bari, sulla costa del mare Adriatico. È il terzo comune della città metropolitana per numero di residenti[5].
Economia, uno dei motori dell'economia molfettese è, fin dalle origini, l'attività peschereccia, oggi in declino per le mutate condizioni socio-economiche. Per quanto attiene al settore primario, la città inoltre contava su un'industria attivamente sviluppata nei settori: agricolo, ortofrutticolo, oleario, della floricoltura, dei derivati degli olii al solfuro (olio di sansa), delle tegole in cotto. In via di trasformazione e sviluppo, sono, poi, i settori informatico e commerciale soprattutto verso i Paesi emergenti, mentre le industrie cantieristica, enologica, e delle paste alimentari, un tempo fiorenti, ora segnano il passo, vinte dalla concorrenza a livello nazionale. L'unico in grado di far fronte all'agguerrita concorrenza, nonostante la drastica riduzione degli uliveti a causa della costruzione della Zona asi, è il settore oleario, con la presenza di due oleifici cooperativi e di vari impianti oggi ubicati quasi tutti nell'Area di Sviluppo Industriale. Divengono sempre meno, tuttavia, le produzioni di olio extravergine di oliva, retaggio di un passato ben più ricco, dato l'altissimo numero di antichi frantoi oleari presenti nel tessuto cittadino, anche in zone molto centrali della città, almeno fino a tutto il primo dopoguerra. Degna di nota è, poi, la produzione di olio biologico di altissima qualità (premiato a più riprese nelle manifestazioni a esso dedicato). Sempre maggiore importanza assume la floricoltura.
La ridotta estensione dell'agro di Molfetta e la sua bassa coltivabilità hanno molto limitato e penalizzato l'espansione agricola, che non ha quindi mai avuto un particolare rilievo economico, a parte alcune produzioni mirate come quella olivicola (a tutt'oggi ancora la sussistenza di numerose famiglie è affidata alla stagionalità della raccolta delle olive da olio) e a colture orticole di nicchia, come quella dei cosiddetti cas(e) ridde, anche questa, ormai "esportata" nel Leccese. Infine, ma non ultimo, favorito da un lacerante abusivismo diffuso e dai ripetuti condoni, negli ultimi anni si assiste al fenomeno che sta rendendo la campagna sempre di più simile a una "città diffusa". Lo sviluppo e l'espansione della Zona artigianale e boaria prima, e dell'asi (Area di Sviluppo Industriale'), poi, hanno dat